Affidamento diretto del servizio di disinquinamento ambientale mediante metodica ed attrezzatura brevettata.

La Ecofly SrL, certificata ISO 9001 nonché ISO 14001, detiene la concessione esclusiva di un dispositivo brevettato che consente di operare i trattamenti antinquinamento di detersione dell’aria dalle PM10, PM 2,5/ altro, o finalizzati al raffrescamento dell’aria, realizzati attraverso un impianto di produzione di pioggia artificiale calibrabile in base al tipo di inquinamento da contrastare.

E’ noto che l’inquinamento dell’aria nelle città , costituisce un grave fattore di rischio,  sia per coloro che ci abitano che per quelli che semplicemente vi transitano, a causa di una varietà  di inquinanti che procurano gravi malattie, il cui elenco si arricchisce continuamente a seguito dei numerosi studi effettuati in ogni parte del mondo circa questo argomento ormai di estrema attualità .

la Commissione europea attribuisce al tossico aerosol una riduzione media dell’aspettativa di vita di nove mesi e ben 370mila morti premature all’anno in tutta Europa (più o meno il numero degli abitanti di Bologna).
Il rapporto OMS Europe, presentato il 16 giugno 2007 a Ginevra, stima che più del 33% delle patologie in bambini sotto i cinque anni è causato da fattori ambientali. Prevenendo tali rischi, si potrebbero salvare almeno quattro milioni di vite all’anno, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Al danno per la salute umana si aggiunge quello economico derivante da sanzioni, difatti, il 10 aprile 2006 la Commissione europea ha notificato all’Italia il parere motivato per la procedura d’infrazione per violazione dell’articolo 8 della direttiva 96/62 e articoli 4 e 5 della direttiva 99/30, ove le multe previste per questo genere di inadempienze partono da venti milioni di euro e sono commisurate alla gravità  dell’inadempienza e all’importanza della materia;

La stampa internazionale, in particolare Il New York Times, ha più volte indicato il nord Italia come la zona più inquinata d’Europa.

E’ ormai dato accettato dalla comunità scientifica che le emissioni inquinanti aumentano il rischio di morte per malattie cardiovascolari come infarto del miocardio ed ictus, che sono la causa dei due terzi delle morti totali. A questo si devono aggiungere le morti per malattie polmonari, la mortalitùà  infantile, i ricoveri e la perdita di giornate lavorative per le malattie cardiopolmonari già  presenti in precedenza, e probabilmente per diverse altre affezioni come la nuova insorgenza di diabete. Questo rischio è particolarmente alto in anziani, bambini e sottogruppi a rischio come cardiopatici, diabetici o fumatori ed è dimostrabile sia per esposizione acuta (l’esposizione di “oggi”) che, fatto ancora più importante, per esposizione cronica (quella “di tutta la vita”) a concentrazioni anche insospettabilmente basse di inquinanti. Recente è poi la scoperta di gravi effetti Siperacuti.

In maggio 2008 è stato reso noto un ulteriore studio italiano già  confermato da illustri università  statunitensi e svedesi, la correlazione tra la trombosi profonda ed una presenza di 10 microgrammi di PM per metro cubo.

Autorevolissimi opinionisti internazionali richiamano l’attenzione sulla difficoltà  a trovare un punto d’incontro tra le pressioni degli industriali che mal sopportano limiti allo sviluppo economico, ed i cittadini, sostenuti dai medici, che chiedono il rispetto degli standard di igiene ambientale.

Tutto ciò é emblematico delle difficoltà  a trovare soluzioni concrete al problema in tempi brevi, perché l’inquinamento ambientale risulta legato a doppio filo ad attività  lavorative, di benessere e di sviluppo, ritenute irrinunciabili.

Contro i limiti suggeriti dall’OMS che fissa in 10 microgrammi per metro cubo la quantità  massima di polveri sottili, gli Stati Uniti hanno alzato il livello a 15, e l’Unione europea ha fissato il 1° gennaio 2005 come data ultima entro cui raggiungere valori limite di Pm10 di 50 microgrammi per metro cubo al giorno, con uno sforamento massimo di 35 giorni all’anno.

In ogni caso, contro il limite dei 10 microgrammi per metro cubo suggerito dall’OMS, a Milano, mediamente, il tasso di concentrazione è pari a 38 microgrammi per metro cubo con punte tra i 150 e i 200 microgrammi per unità  di misura.

Nei primi mesi 2008 sono stati resi noti i risultati definitivi del 2007, ove si evince che la città  di Torino nel 2007 ha superato per ben 190 volte i limiti di Pm10. Lo attesta il dossier di legambiente “Mal’aria di città “, che rivela che su 63 capoluoghi monitorati, ben 51 hanno sforato i 35 giorni l’anno di superamento di Pm10 consentiti dalla normativa europea.

In vetta alla Top Ten delle Peggiori seguono Cagliari (162 superamenti), Vicenza (140), Reggio Emilia (139) e Frosinone (137). Milano si aggiudica il settimo posto nella classifica delle peggiori con 132 superamenti, Roma il quattordicesimo (116). E nei primi 20 giorni del 2008 i risultati non sono confortanti. Il Pm10 è alle stelle a Frosinone (17 giorni di superamento dei limiti), Napoli (13), Milano (12), Firenze (10), Venezia (8), Bologna e Roma (10).

Le misure tampone tipo targhe alterne, domeniche a piedi e blocchi del traffico, sono divenute ricorrenti in mancanza di soluzioni che dessero risultati stabili nel tempo, cosicché, l’Italia dal 2005 è fuori legge in almeno metà  delle città  per un numero impressionante di giorni e rischia multe di entità  astronomiche, anche se probabilmente non pagherà , non perché abbia trovato il sistema di contenere l’inquinamento nelle città  o per aver salvaguardato la salute dei propri cittadini, bensì per scappatoie (l’istituzione che potrebbe comminare le multe è la Corte di giustizia europea, qualora attivata dalla Commissione).

In base alle linee guida approntate nel 2005 dalla Commissione, la sanzione applicabile all’Italia ammonterebbe a una penalità  massima di circa 700 mila euro per ogni giorno di ritardo e di inadempienza, a partire dalla notifica di un’eventuale sentenza della Corte: quasi 22 milioni di euro per ogni mese di violazione della legge dal momento della condanna in poi.

Oltre alla penalità  giornaliera, inoltre, l’Italia ne rischierebbe una forfetaria, che potrebbe aggirarsi intorno ai 600 milioni di euro: una multa mirante a sanzionare anche tutto ciò che non è stato fatto prima per contenere il fenomeno entro i limiti stabiliti.

Nell’Unione Europea, eccetto l’Irlanda, tutti gli Stati europei sono fuori legge, per una parte almeno del territorio, con dimensioni diverse nei singoli Paesi.

Secondo L’Oms, se in Italia stessimo davvero dentro ai 20 microgrammi annuali di Pm10, potremmo risparmiare, da qui al 2020, enormi costi sociali: dai 9 ai 23 miliardi di euro legati alla mortalità  e 5 miliardi di euro legati alle malattie causate dall’inquinamento da particolato.

Dispositivo brevettato per il contrasto dell’inquinamento urbano.


E’ noto il principio secondo il quale, dopo una giornata di pioggia, l’aria ridiventa Stersa, difatti, i periodi di siccità  vedono un’aggravarsi delle condizioni di inquinamento dell’aria ed aumentano i giorni cosiddetti di Sforamento con riferimento ai limiti di parametro ammessi, poiché la pioggia, di fatto, costituisce uno dei due eventi totalmente naturali che madre natura ci elargisce, purtroppo ancora a suo piacimento, ma che si sono rivelati utili a ripulire l’aria delle nostre città  fino al rientro dei parametri al di sotto delle soglie previste.
L’altro evento naturale è costituito dal vento che disperde l’inquinamento, ma solo spostandolo altrove, pertanto non risulta di nostro interesse.
Con la moderna tecnologia oggi è possibile riprodurre il fenomeno della pioggia a piacimento, intensificandone le caratteristiche di detersione dell’aria, riducendo le dimensioni delle goccioline ed aumentandone il numero a dismisura al fine di ottenere una superficie d’impatto talmente grande da adsorbire/ sciogliere e trascinare via le PM sospese.
La Ecofly SrL, certificata ISO 9001 nonché ISO 14001, detiene la concessione esclusiva di un brevetto che consente di operare il rilevamento dell’inquinamento in atto o, avvalendosi delle apparecchiature già  esistenti, prima che l’inquinamento raggiunga le soglie sanzionabili, attivare un dispositivo capace di produrre pioggia artificiale calibrabile secondo necessità  con gocce della consistenza più appropriata al tipo di inquinamento, di intensità  e durata secondo le necessità  locali fino a riportare i valori al di sotto dei limiti che comportano decessi, malattie e costi sociali elevatissimi, il tutto con una spesa veramente irrisoria se paragonata agli immensi costi sociali provocati dall’inquinamento dell’aria.
Il sistema prevede la possibilità  di attrezzare intere aree cittadine con strumenti capaci di erogare pioggia artificiale calibrando la grandezza delle goccioline d’acqua operando sulla pressione della pompa, sulla forma e dimensione degli ugelli (di cui diversi coperti da brevetto in esclusiva Ecofly SrL) e sul variatore volumetrico brevettato (anch’esso in concessione esclusivo alla Ecofly SrL), in grado di ottenere con la stessa macchina, microgocce a volume normale (ove l’85% delle goccioline hanno diametro di 250 300 micron), a medio volume (150 250 micron), basso volume (100 150 micron) ed ultrabasso volume ( meno di 100 micron).
Col sistema descritto, si potrà  operare la durata dell’intervento in base alle necessità  o anche in base agli orari più opportuni:ad es. si potrà  scegliere di operare l’intervento di primo mattino in modo da avere subito le migliori condizioni ancor prima del risveglio della maggioranza delle persone oppure operare l’intervento di notte, quando le condizioni di umidità  favoriscono la stratificazione dell’inquinamento in modo da ottenere un migliore risultato senza infastidire la popolazione locale.
La calibrazione delle goccioline prodotte insieme all’intensità  del flusso prodotto consente di variare la qualità  di pioggia in funzione del tipo di inquinamento presente in una città , onde ottenere i migliori risultati di detersione dell’aria utilizzando la minima quantità  d’acqua nell’unità  di tempo.
Sarà possibile insomma, produrre con poca acqua, una grande quantità di pioggia artificiale, enormemente più fitta ed attiva di quella naturale.
A differenza, inoltre, della pioggia naturale, il minimo peso delle particelle micronizzate consentirà  alle stesse di risentire in misura ridotta dell’attrazione di gravità  e poiché il tempo di permanenza in aria, è inversamente proporzionale alla velocità  di caduta, aumenteranno le probabilità  di incontrare un gran numero di particelle sospese, inglobandole e ripulendo l’aria.
Il metodo risulta valido anche per abbattere le polveri prodotte nei cantieri stradali, aziende inquinanti, ciminiere, caldaie e tutte le attività  che generano fumi ed inquinamento dell’aria.
Trasformazione/produzione di lampioni stradali e/o pali per pubblica illuminazione:
I sistemi e i mezzi che compongono il ritrovato brevettato per il contrasto dell’inquinamento urbano ed extraurbano, consentono di trasformare un lampione stradale e/o un palo per la pubblica illuminazione in un valido strumento per il contrasto dell’inquinamento urbano, ove il serbatoio, la pompa e riduttore di pressione possono essere alloggiati all’interno o all’esterno del palo alla cui sommità  vengono opportunamente predisposti su supporto circolare, gli erogatori di simil – pioggia artificiale.
Azione di contrasto e di abbattimento dell’inquinamento urbano mediante stazioni mobili.
L’Italia è Leader nella produzione e vendita di apparecchiature idropneumatiche per trattamenti agricoli e di disinfestazione civile per la presenza di numerosissime aziende che esportano con successo le proprie macchine in ogni parte del mondo.
Mediante l’applicazione dei sistemi e i mezzi che compongono il ritrovato brevettato per il contrasto dell’inquinamento urbano ed extraurbano, è possibile ampliare il range operativo di tali attrezzature rendendole idonee all’azione di contrasto dell’inquinamento urbano.
Il vantaggio del metodo consiste nel disporre di apparecchiatura versatili, capaci di operare un efficace trattamento in maniera pressoché immediata laddove non sono ancora state predisposte strutture fisse a difesa del territorio.

Naturalmente al cessare del trattamento, gradualmente i valori torneranno ai valori iniziali a causa dell’inquinamento circostante che contaminerà  nuovamente l’aria della zona appena sanata, ma ciò dimostra solo che occorre effettuare l’intervento su larga- larghissima scala, per un tempo adeguato e ripetere giornalmente, ogni volta che i parametri tenderanno a salire, finché l’adozione di tecnologie meno inquinanti, consentiranno di ricorrere al metodo illustrato anche a giorni alterni o ancora più di rado.
Azione di contrasto e di abbattimento dell’inquinamento urbano ed extra urbano mediante aeromobile appositamente attrezzato.
Tutti i dispositivi sin qui illustrati, possono concorrere a contrastare con buona efficacia l’accumulo di inquinamento urbano nei bassi strati e comunque nelle zone di livello inferiore a quelle dei palazzi e delle case ove vanno montate le strutture fisse, ma poiché per ragioni climatiche, fisiche ed ambientali, l’inquinamento più nocivo stratifica a livello basso, ben si comprende l’importanza del metodo, che tuttavia può trattare solo la porzione di aria inquinata compresa tra la sommità  delle case e la strada.
Per trattare i livelli superiori, occorre utilizzare un mezzo aereo, opportunamente attrezzato ed ottimizzato mediante gli strumenti e mezzi di cui al brevetto per il trattamento dell’inquinamento dell’aria.
Con tale metodo abbinato a tutti gli altri avanti descritti nonché agli ulteriori che saranno appresso trattati, sarà  possibile contrastare più incisivamente l’inquinamento urbano, ottenendo risultati più prolungati nel tempo, per avere trattato una porzione più grande di aria inquinata.
Il primo mezzo aereo proposto per l’ottimizzazione finalizzata all’uso anti inquinamento, sarà  l’ultraleggero (ULM), recentemente assimilato agli aeromobili, valido per le sue caratteristiche di semplicità , economicità  e maneggevolezza, perseverando nella logica di fornire una soluzione semplice ad un problema assillante altamente penalizzante della salute pubblica, utilizzando tecnologia corrente, soprattutto economica.
In Italia, come nel resto del mondo, esistono da anni numerosissimi casi di utilizzo degli ULM nelle pubbliche attività  con casi di collaborazione con Pubblici Uffici, università, Protezione Civile, istituti di ricerca ecc. ove tali mezzi vengono impiegati normalmente per osservazione antincendio, osservazioni sul traffico, rilevazioni fotografiche, rilevazione di  gas inquinanti e persino trattamenti agricoli ecc.

Esempio di ULM – TWIN Dotato di doppio motore indipendente. Può volare regolarmente con uno solo dei due trasportando due persone o un carico equivalente ad uno dei due.

Altro fattore che rende tali apparecchi molto interessanti per l’uso antinquinamento sulle città , è la diffusione di decine di varietà  di paracadute anche balistici (in Germania sono già  obbligatori), calibrati per riportare a terra senza danni consistenti, l’apparecchio e tutto l’equipaggio.
Questi apparecchi hanno una velocità  minima di sostentamento di circa 60 Km/h quindi ben si prestano all’attivitàantinquinamento, che presuppone il lento rilascio di una pioggia di particelle finementi micronizzate, appena in grado di risentire della forza di gravità , in modo che possa discendere lentamente, inglobando le particelle sottili incontrate e trascinandole con se lavandole via dall’aria.

Si riporta un esempio di un ulteriore ULM già  attrezzato con apparecchiatura irrorante, che vanta oltre 3 anni di diretto utilizzo in agricoltura con oltre 15.000 ha di lavoro nelle risaie Venete e Lombarde nelle situazioni più disparate.

Nella foto di seguito viene presentato un altro modello di ULM (Autogiro) anch’esso già utilzzato in agricoltura per il rapporto costo/beneficio molto favorevole, come gli altri sopra riportati.

Per adattare gli Apparecchi⬝ sopra indicati all’attività  antinquinamento, sarà  necessario operare sugli apparati già  collaudati per il tipo di apparecchio, utilizzando ugelli in grado di garantire una varietà  di particelle micronizzate da 100 a 300 micron, al fine di renderli idonei a trattare efficacemente varie tipologie di inquinamento urbano.
Riteniamo inoltre, che per l’ancor più bassa velocità  di sostentamento posseduta, sia possibile utilizzare efficacemente per l’uso antinquinamento,  anche i deltaplani a motore (cosiddetti pendolari) quando attrezzati con paracadute balistico, in quanto in grado di portare in volo gli stessi carichi degli altri ULM sopra indicati, ad un costo per ora di volo ancora inferiore.
Naturalmente nulla osta di utilizzare aeromobili, aerostati, dirigibili o anche mezzi radiocomandati, attrezzati con idoneo apparato nebulizzante reso idoneo al trattamento delle polveri sottili.
Per gli spazi aperti di grandi dimensioni ma afflitti da carenza di movimenti d’aria (ad es. la valle Padana), in mancanza di precipitazioni, si potr  ricorrere al mezzo aereo come sopra indicato, ma considerando l’enorme estensione, occorre valutare tipi di aeromobili con una portata decisamente superiore, adattati all’utilizzo antinquinamento.
Si riportano alcuni esempi già  utilizzati per scopi di protezione civile (antincendio).
I mezzi aerei già attrezzati ed omologati con cisterne per il trasporto di acqua o liquido ritardante sono i seguenti: 

ELICOTTERI:
E’ un mezzo con elevata versatilità e flessibilità d’impiego. Per operare non necessita, come i velivoli, di basi permanenti. Può stazionare ovunque in prossimità dell’area di utilizzo per intervenire tempestivamente. Sin qui impiegato nella lotta agli incendi, può lanciare acqua o liquido ritardante.
Gli elicotteri tipo AMD 500, A109K2, AB 212/412, EH 101, CH 47, S 64 possono trasportare, rispettivamente 0.3, 0.5, 1.5, 5.0, 7.5 e 9,00 tonnellate (S 64) di liquido estinguente.

AEREI:
Canadair CL-215, successivamente evolutosi in CL-415 o più esattamente in Bombardier 415;
I velivoli G 222 sono omologati per imbarcare 6 tonnellate di acqua o liquido ritardante ed i C 130 risultano omologati per imbarcare 12 tonnellate di acqua o liquido ritardante.
Occorre inoltre ricordare che attualmente il Dipartimento della Protezione Civile può disporre di 16 Canadair, 4 elicotteri S 64, 6 elicotteri del C.F.S. (2 AB 412 e 4 NH 500), 2 elicotteri  AB 212 della Marina Militare, 3 elicotteri dell’EI (1 CH 47, 1 AB 212, 1 AB 205), 1 elicottero AB 12 dell’A.M., 2 AB 412 dei VV.F.
A questi mezzi si aggiungono quelli in dotazione alle Regioni. Inoltre la Protezione Civile ha stretto un accordo di reciproco aiuto con la Francia: i nostri aerei intervengono in Corsica ed in Costa Azzurra, quelli francesi in Liguria, Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana.

Durante la stagione invernale, quando maggiormente si risente dell’inquinamento che oltre al danno alla salute ormai documentato, costa all’Italia e ad ogni singolo stato d’Europa durissime sanzioni per avere sforato continuamente i limiti imposti a tutela della salute delle popolazioni residenti, tutto il parco macchine sopra descritto risulta completamente inutilizzato.

Per rendere idonee le macchine aeree sopra elencate all’utilizzo antinquinamento, occorrerà  dotarle di apparati turboventilatori attrezzati col VARIATORE VOLUMETRICO di cui al brevetto in concessione alla società  Ecofly SrL, al fine di ottenere  micronizzazioni spinte e sperimentare più grandi ed efficaci diffusori onde trattare  maggiori spazi inquinati fino a riportarne i valori entro i limiti previsti dalle vigenti normative nazionali ed Europee, con un numero limitato di sorvoli.

La Ecofly SrL  rende disponibile la metodica brevettata a tutte le aziende specializzate nel settore che avranno interesse ad applicarla. Se a favore di Enti Pubblici, sarà  possibile utilizzare la procedura di cui al D. Lgs 163/2006 art. 57 comma 2 lett. b).

Il D.Lgs 163/2006 (il codice degli appalti), all’art. 57 recita:

Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara
(art. 31, dir. 2004/18; art. 9, d.lgs. n. 358/1992; art. 6, co. 2, legge n. 537/1993; art. 24, legge n. 109/1994; art. 7, d.lgs. n. 157/1995)
1. Le stazioni appaltanti possono aggiudicare contratti pubblici mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara nelle ipotesi seguenti, dandone conto con adeguata motivazione nella delibera o determina a contrarre.

All’art. 2 lett b) indica:
2. Nei contratti pubblici relativi a lavori, forniture, servizi, la procedura è consentita: a) qualora, in esito all’esperimento di una procedura aperta o ristretta, non sia stata presentata nessuna offerta, o nessuna offerta appropriata, o nessuna candidatura. Nella procedura negoziata non possono essere modificate in modo sostanziale le condizioni iniziali del contratto. Alla Commissione, su sua richiesta, va trasmessa una relazione sulle ragioni della mancata aggiudicazione a seguito di procedura aperta o ristretta e sulla opportunità  della procedura negoziata. Le disposizioni contenute nella presente lettera si applicano ai lavori di importo inferiore a un milione di euro;
b) qualora, per ragioni di natura tecnica o artistica ovvero attinenti alla tutela di diritti esclusivi, il contratto possa essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato;
c) nella misura strettamente necessaria, quando l’estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte, ristrette, o negoziate previa pubblicazione di un bando di gara. Le circostanze invocate a giustificazione della estrema urgenza non devono essere imputabili alle stazioni appaltanti.


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